Sir Anthony van Dyck fu un artista fiammingo che divenne pittore della corte inglese. Egli è noto soprattutto come ritrattista di Carlo I d'Inghilterra (1600-1649), della sua famiglia e della sua corte, dipinti con un'eleganza distesa, che ebbe una grande diffusione nella ritrattistica inglese per i successivi 150 anni. Dipinse anche soggetti biblici e mitologici, che mostrano la sua maestria come disegnatore e come innovatore nell'acquerello e nell'incisione.
Il suo talento fu presto evidente, ed egli studiò pittura con Hendrick van Balen (1575 – 1632) dal 1609, diventando un pittore indipendente intorno al 1615, aprendo un suo laboratorio, insieme all'amico, ancora più giovane, Jan Brueghel il Giovane (1601-1678). Già all'età di quindici anni era un artista molto abile e, nel febbraio del 1618, entrò a far parte della Corporazione dei pittori di san Luca di Anversa. Divenne assistente di Pieter Paul Rubens (1577-1640), che ebbe un'immensa influenza sul giovane artista. Rubens si riferì al diciannovenne van Dyck dicendo che era il migliore dei suoi alunni.
Nel 1621 si spostò in Italia, dove studiò i grandi maestri, per poi recarsi a Londra. Il grande successo lo costrinse ad aprire un grande laboratorio a Londra, uno studio che divenne "praticamente una linea di produzione di ritratti". Agli Uffizi ne troviamo alcuni, tra cui: Ritratto di Jean de Monfort, L'imperatore Carlo V a cavallo, il Presunto ritratto della madre di Giusto Suttermans, Ritratto di Margherita di Lorena, duchessa d'Orlèans, Ritratto di Isabella Brandt.
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