La Gioconda, famosa anche come Monna Lisa, è il quadro di Leonardo da Vinci più noto al mondo. La tela è esposta al Louvre di Parigi ed è protagonista di tante leggende e storie abbastanza misteriose, più o meno veritiere. Una di queste storie, sicuramente vera e molto avventurosa, è quella del suo furto, avvenuto nel 1911.
Forse non tutti sanno, però, che proprio “grazie” a questo furto, la Gioconda venne esposta agli Uffizi, insieme alle altre opere di Leonardo ospitate nella galleria: l’Annunciazione e l’Adorazione dei Magi. Oltre ad esse, e ad alcuni disegni, gli Uffizi possiedono anche il noto Battesimo di Cristo, opera del Verrocchio, suo maestro di pittura. In quest’ultimo quadro è chiaramente distinguibile la mano leonardesca, e la leggenda narra che proprio osservando tale opera, il Verrocchio decise di smettere di dipingere, perché il talento del suo allievo gli fece perdere fiducia nella propria abilità.
Ma come mai la Gioconda arrivò agli Uffizi? Abbiamo accennato al furto della Monna Lisa, che venne portata via dal Louvre nell’agosto del 1911. L’autore dell’audace impresa fu Vincenzo Peruggia, che uscì dal museo con la tela nascosta sotto il cappotto e la tenne con sé per ben due anni. Ma quale fu motivo del furto? Peruggia, che lavorava al museo parigino e aveva egli stesso costruito la teca che custodiva la Gioconda, venne a sapere che alcune opere ospitate proprio al Louvre erano state portate in Francia dall’Italia, durante le campagne napoleoniche. Decise quindi di compiere un gesto patriottico, restituendo all’Italia il capolavoro di Leonardo.
Come è noto, proprio la Gioconda non rientra tra tali opere. Fu infatti lo stesso Leonardo a portarla in Francia, dove probabilmente la terminò. L’artista iniziò il ritratto a Firenze, ma nel 1516 si trasferì in Francia, e presumibilmente in seguito vendette il ritratto a Francesco I re di Francia, insieme ad altre opere. Da quel momento il quadro divenne proprietà prima del regno, e poi della repubblica francesi.
Ad ogni modo, Peruggia riuscì a far perdere le tracce dell’opera, e pensò di portarla a Firenze. Qui contattò un antiquario, firmandosi “Leonardo”. Tuttavia l’antiquario, confermata l’autenticità del quadro, chiamò immediatamente le forze dell’ordine. Il ladro venne arrestato.
Giovanni Poggi, allora direttore degli Uffizi, ottenne di poter tenere la Gioconda agli Uffizi fino al gennaio del 1914. Venne dunque organizzata l’esposizione straordinaria, che vide per la prima volta insieme il ritratto più noto al mondo e i due capolavori leonardeschi degli Uffizi, l’Annunciazione e l’incompiuta Adorazione dei Magi. Il ritratto ebbe dunque l’occasione di soggiornare per qualche tempo nella stessa città nella quale venne iniziato, e dove nacque Lisa Gherardini, la Monna Lisa rappresentata.
Da Firenze la Gioconda raggiunse Roma, dove fu esposta per un altro periodo, prima di rientrare a Parigi. Lo straordinario furto l’avrebbe resa nota a tutti, anche i meno esperti di storia dell’arte, e fece crescere l’alone di mistero che tuttora gravita intorno a quest’opera così straordinaria.