Pittore manierista della scuola emiliana, Niccolò dell'Abate fece parte della prima scuola di Fontainebleau, in Francia. Si trattava di un gruppo di artisti italiani che lavorarono al castello reale di Fontainebleau, il cui stile ebbe influenze in Francia e nell'Europa settentrionale.
Niccolò dell'Abate nacque a Modena, dal figlio di uno scultore, e si formò nello studio di un altro scultore modenese. Le sue prime opere mostrano l'influenza di pittori della scuola ferrarese, come il Garofalo (1481-1559) e Dosso Dossi (1490-1542). Si specializzò nei lunghi fregi, con soggetti mitologici e profani, tra cui quelli per Palazzo delle Beccherie (1537); quelli dei primi anni Quaranta del Cinquecento, per varie sale della Rocca di Scandiano, dei conti Boiardo, dove spicca il Concerto, composto da un cerchio di giovani musicisti, ritratti in prospettiva, da sotto in su; quelli per la stanza di Ercole nella Rocca dei Meli Lupi a Soragna, realizzati tra il 1540 e il 1543; e probabilmente gli affreschi della loggia di Palazzo Casotti a Reggio Emilia, ora rimossi.
Il suo stile si evolse grazie alla conoscenza dell'opera di Correggio (1489-1534) e di Parmigianino (1503-1540), dopo il suo arrivo a Bologna nel 1547. Qui la maggior parte delle sue opere rappresenta paesaggi elaborati e scene di genere aristocratico di caccia e amori di corte, spesso messe in parallelo a narrazioni mitologiche. Fu in questo periodo che realizzò le decorazioni per Palazzo Poggi, e il ciclo di affreschi che illustravano l'Orlando furioso, il poema epico di Ludovico Ariosto (1474-1533), nel palazzo ducale di Sassuolo, vicino Modena.
Nel 1552 Niccolò si trasferì in Francia, dove lavorò al castello di Fontainebleau, come membro della squadra di artisti addetti alle decorazioni, sotto la guida di Francesco Primaticcio (1504-1570), un altro esponente della scuola di Fontainebleau, insieme al Rosso (1494-1540). Nei primi due anni dopo il suo arrivo lavorò al progetto di una decorazione commemorativa di Anne de Montmorency, diplomatico francese. A Parigi affrescò i soffitti della cappella dell'Hôtel de Guise, ora distrutto, su progetti di Primaticcio. Lavorò anche per privati, realizzando dipinti portatili di soggetti mitologici ritratti in contesti paesaggistici. Gran parte della sua produzione riflette una funzione spesso trascurata degli artisti del tempo: le effimere decorazioni festose, montate in occasioni speciali per la corte, come, ad esempio, quelle realizzate per l'entrata trionfale a Parigi di Carlo IX e della sua sposa Elisabetta d'Austria, nel 1571, anno in cui Niccolò morì, in Francia.
Niccolò è conosciuto soprattutto per i suoi paesaggi, che avvolgevano narrazioni mitologiche, tema che avrebbe ispirato artisti francesi come Claude Lorrain (1600-1682) e Nicolas Poussin (1594-1665).
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