Luis de Morales fu un pittore spagnolo religioso, nato nella provincia di Badajoz in Estremadura. Molte delle sue opere avevano soggetti religiosi, soprattutto i temi dell'infanzia di Cristo e della Passione, ma anche la Vergine Maria e san Giovanni bambino sono largamente rappresentati nelle sue pitture. Influenzato dai maestri del Rinascimento, come Raffaello (1483-1520) e il Leonardo del periodo lombardo, veniva chiamato dai suoi contemporanei "il divino Morales", o "El Divino", per il realismo scioccante delle sue opere, e per la spiritualità che queste trasmettevano.
Nel corso della sua carriera lavorò soprattutto in Badajoz, e sviluppò uno stile altamente personale, mescolando influenze spagnole, italiane, fiamminghe e portoghesi. Infatti, oltre alla forte influenza dei maestri italiani, l'artista mostrò un elegante apprezzamento per l'arte olandese. Potrebbe aver fatto pratica a Siviglia, un centro religioso e artistico nel Sud della Spagna, con il manierista fiammingo Peeter de Kempeneer, che divenne noto in Spagna come Pedro de Campaña. Questi fattori fecero di Morales un artista che superava i confini dello stile rinascimentale.
Il suo Cristo portacroce, esposto agli Uffizi, è simile a un altro suo lavoro, ispirato all'arte di Sebastiano del Piombo (1485-1547), manierista italiano.