Tra il XIII e il XV secolo, nella città toscana di Siena fiorì una grande scuola pittorica, che entrò in competizione con quella di Firenze. Alla Galleria degli Uffizi incontriamo alcuni dei maggiori esponenti della scuola senese: Duccio di Buoninsegna, Simone Martini, Lippo Memmi, i fratelli Ambrogio e Pietro Lorenzetti, Matteo di Giovanni, e i manieristi Beccafumi e Sodoma.
Nelle opere dei pittori senesi notiamo molti richiami alla preziosità dello stile gotico, un ampio uso dell’oro e la costruzione di figure delicate e armoniose, dunque in parte idealizzate. In quelle dei fiorentini, invece, la ricerca prospettica e le figure più realistiche predominano.
Nel Medioevo, la rivalità tra la ghibellina Siena e la guelfa Firenze non era solo artistica, ma anche politica. La battaglia di Montaperti e quella di Colle Val d’Elsa sono i più importanti episodi bellici, tra le due città, del XIII secolo.
Nel secolo successivo, Siena raggiunse probabilmente l’apice dal punto di vista artistico: al Trecento senese è dedicata un’intera sala della Galleria degli Uffizi. Qui sono esposte opere importanti, come l’Annunciazione, di Simone Martini e Lippo Memmi e la Presentazione al Tempio, di Ambrogio Lorenzetti. Le opere della sala hanno caratteristiche simili, ma allo stesso tempo presentano delle differenze: notiamo lo stile mistico, a tratti irreale, tipico dello stile Gotico Internazionale, ma anche l’influenza di Giotto, nella resa prospettica della materia rappresentata.
Il dialogo con Firenze portò dunque a punti di contatto e di scambio, non solo di rivalità. I pittori senesi portarono avanti la tradizione locale, ma guardarono alle ricerche anatomiche dei fiorentini. La crisi politica ed economica di Siena, alla fine del XVI secolo, portò anche a quella artistica: oggi la città conserva i suoi capolavori pittorici e architettonici che le donano un aspetto tardo-medievale, infinitamente affascinante.