Giovan Battista di Jacopo

Soprannominato: Rosso Fiorentino    Nascita: 1494  - Morte: 1540    Collocazione:

Tribuna

Sala di Michelangelo e dei fiorentiniSala del Pontormo e del Rosso Fiorentino

Nato Giovan Battista di Jacopo e formatosi presso i maestri fiorentini Andrea del Sarto (1486-1531) e Pontormo (1494-1557), Fiorentino prese il soprannome il Rosso per i suoi capelli di un rosso luminoso. Lavorò sotto l'influenza della scuola pittorica fiorentina, e fu largamente responsabile dell'esportazione di questo stile in Francia, in quanto membro della Scuola di Fontainebleau

Nel 1527 l'imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V, con il sacco di Roma, creò notevole scompiglio, convincendo il Rosso a partire per la Francia. Qui trovò protezione sotto Francesco I, che rivitalizzò il castello reale di Fontainebleau, invitando artisti e architetti a decorare la nuova struttura. Il Rosso lavorò con altri italiani, tra cui Francesco Primaticcio (1505-1570). Nacque così la prima Scuola di Fontainebleau

Passò gran parte della sua vita a lavorare nel castello, ma il suo capolavoro è spesso considerato quello realizzato a Volterra, in Toscana. Nel duomo cittadino dipinse una pala d'altare, la cosiddetta Deposizione di Volterra. Un'altra sua opera molto nota e ugualmente importante, è Mose difende le figlie di Jetro, attualmente agli Uffizi insieme ad altri pezzi commoventi, come il Putto che suona e Ritratto di giovanetta. Agli Uffizi troviamo anche l'espressiva Madonna in trono con i santi Giovanni Battista, Antonio Abate, Stefano e Girolamo (Pala dello Spedalingo di Santa Maria Nuova), che mostra la sua tipica rappresentazione scarna delle figure. 

Anche se il biografo Giorgio Vasari (1511-1574) scrisse che il Rosso si sarebbe suicidato nel castello di Fontainebleau, è stato provato il contrario. La sua eredità è legata al suo essere stato un precursore nella Scuola di Fontainebleau, collaborando alla diffusione del Manierismo italiano verso il Nord Europa. Vasari riassunse l'abilità del Rosso nelle sue Vite, scrivendo che "...nelle composizione delle figure sue era molto poetico, e nel disegno fiero e fondato, con leggiadra maniera e terribilità di cose stravaganti...". 

 

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