Fra Angelico

Nascita: 1395  - Morte: 18 Febbraio, 1455    Collocazione: Sala del primo Rinascimento

Nato Guido di Pietro, nel Mugello, a nord di Firenze, Angelico era noto con vari nomi, tra cui il Beato Angelico, Fra Giovanni da Fiesole, Fra Giovanni Angelico e il Beato. Fu ufficialmente onorato di questo titolo alcuni secoli dopo la sua esistenza, da papa Giovanni Paolo II (1920-2005). Le sue opere religiose furono molto apprezzate per tutto il corso della sua vita, come riporta il grande biografo del Rinascimento Giorgio Vasari (1511-1574), "è impossibile lodare eccessivamente il beato... i cui dipinti erano realizzati con tanta facilità e devozione". 

Uno dei primi maestri dell'Angelico potrebbe essere stato Lorenzo Monaco (1370-1452), fiorentino. Monaco era stato influenzato dalla scuola pittorica senese e passò tali influssi ad Angelico. Le sue prime opere note sono una pala per la Certosa di Firenze e degli affreschi per il convento domenicano di Cortona, dove realizzò l'Annunciazione, e varie pale d'altare per il convento di Fiesole, tra cui l'Inconorazione della VergineVergine col Bambino tra i santi, e la predella del Cristo in maestà. 

Le altre opere fiorentine includono le commissioni per Santa Trinita, dove dipinse la maestosa Deposizione, per Santa Maria degli Angeli, per cui realizzò il Giudizio universale, e per Santa Maria Novella, per la quale eseguì la pala dell'Inconorazione della Vergine. Quest'ultima si trova agli Uffizi, così come la Madonna col Bambino, uno dei tanti lavori che eseguì per il convento e la chiesa di san Marco a Firenze, tra il 1436 e il 1445.

Successivamente Angelico si spostò a Roma, dove lavorò alla Basilica di san Pietro, in Vaticano. Ritornò successivamente a lavorare per il palazzo vaticano, decorando la Cappella Niccolina. Tra queste commissioni, l'artista lavorò anche alla cattedrale di Orvieto. 

Sia Vasari che, secoli dopo, papa Giovanni Paolo II tennero in alta considerazione Angelico. Il papa lo definì un uomo di "perfetta integrità" e il suo lavoro "di bellezza quasi divina", mentre Vasari scrisse che era un artista di "raro e perfetto talento". 

 

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