Caravaggio, artista rivoluzionario e tormentato

Michelangelo Caravaggio 022

Michelangelo Merisi da Caravaggio (1571-1610) è uno dei pittori più importanti della storia dell’arte occidentale, e anche uno dei più noti.

Il suo stile, caratterizzato dal forte chiaroscuro e ruolo centrale svolto dalla luce, rende le sue opere inconfondibili ed ebbe un’influenza importante sull’arte barocca, tanto da dare vita a una corrente artistica detta caravaggismo.

Caravaggio è considerato un artista moderno non solo per via della sua produzione rivoluzionaria, ma anche per la sua vita tormentata e violenta.

Nacque a Milano, dove ebbe luogo anche il suo apprendistato.Negli ultimi anni anni del XVI secolo, Caravaggio iniziò a lavorare, a Roma, per il cardinale Francesco Maria del Monte. La sua fama crebbe, grazie alla particolarità della sua arte, al centro di accesi dibattiti. In questo periodo iniziò a realizzare opere di grandi dimensioni, mentre tanti artisti lo ammiravano e si ispiravano a lui.

Caravaggio realizzò molte tele di tema sacro, ma scelse sempre personaggi e situazioni umili, in linea con una concezione originaria della Chiesa. Non mancarono episodi di polemica: La morte della Vergine, realizzato per la chiesa di Santa Maria della Scala, a Roma, venne rifiutato. La Madonna infatti è rappresentata con i piedi e le caviglie scoperte, ma soprattutto con il ventre gonfio, palesemente incinta. Bisogna anche ricordare che egli usava spesso prostitute e senzatetto come modelli, ritratti realisticamente.

Intanto erano iniziati anche i guai con la giustizia: il temperamento acceso di Caravaggio diede luogo a diversi episodi di violenza. Spesso venne arrestato per rissa, offese alle guardie cittadine e possesso di armi. Secondo alcuni biografi, anche il trasferimento a Roma sarebbe stato dovuto alla fuga in seguito a un omicidio commesso a Milano.

Tra il 1605 e il 1606 accaddero i fatti più gravi: nel primo caso, il ferimento grave di un rivale in amore, bastarono una fuga di qualche settimana e l’intervento del suo mecenate. Nel secondo caso invece, l’artista venne ferito, ma uccise il suo avversario e venne condannato alla decapitazione. L’artista lasciò Roma e iniziò la sua fuga per l’Italia.

La famiglia Colonna lo aiutò a nascondersi nei territori dei suoi feudi e con falsi avvistamenti, finalizzati a confondere le ricerche dell’artista.

Da questo momento, nelle sue opere, si moltiplicarono le figure di uomini decapitati, che spesso erano autoritratti.

Rifugiatosi presso un altro ramo dei Colonna, iniziò il grande periodo napoletano. Successivamente si spostò a Malta: Caravaggio voleva diventare cavaliere di san Giovanni, per ottenere l’immunità e cancellare la condanna a morte.

Tuttavia ebbe problemi anche con i cavalieri. In seguito a una rissa, venne arrestato, ma evase dal carcere e fuggì in Sicilia. Fu dunque espulso dall’ordine dei cavalieri.

Tornato a Napoli, venne aggredito e rimase sfigurato: in città si diffuse la falsa notizia della sua morte. Nel frattempo, speranzoso di ricevere il perdono del papa, preparò il ritorno a Roma. Il traghetto che lo lasciò a circa 40 km dalla città si portò via i quadri con cui egli avrebbe dovuto pagare la sua libertà. Egli, malato, dovette spostarsi ancora per recuperarlo. Morì in Toscana, a Porto Ercole, probabilmente per un’infezione. Un’altra ricostruzione, invece, lo vede assassinato a Ladispoli da sicari dei cavalieri di Malta.


Nel 2010 una ricerca - condotta da diversi studiosi di alcune università italiane - tra i resti della fossa comune di Porto Ercole ha identificato all’85% le ossa di Caravaggio.