I fratelli Antonio (1431 ca – 1498) e Piero (1441/2 – post 1485) Benci – noti come del Pollaiolo, a causa della professione del padre, venditore di pollame – sono stati due artisti del Rinascimento italiano. Furono pittori, scultori, incisori e orafi.
Antonio fu alunno di Domenico Veneziano, Piero – molto probabilmente – di Alesso Baldovinetti. I due fratelli lavorarono spesso insieme: questo, già in antichità causò confusione e sovrapposizione tra le loro due figure. Ancora oggi, non sappiamo con certezza chi dei due sia l’autore di diverse opere.
I due fratelli erano molto interessati all’anatomia umana: studiarono il corpo per riprodurre – nel loro lavoro – la plasticità e il movimento, non solo le proporzioni.
Alla Galleria degli Uffizi si trova una sala dedicata ai Pollaiolo. In questa sala è conservato il ciclo delle Sette virtù, commissionato a Piero dal Tribunale della Mercatanzia. Pollaiolo ne realizzò sei tra il 1469 e il 1470, l’ultima venne dipinta dal giovane Sandro Botticelli.
Le virtù dipinte da Piero del Pollaiolo sono la Carità, la Fede, la Temperanza, la Prudenza, la Speranza e la Giustizia. I quadri erano concepiti per essere appesi molto in alto: per questo motivo, le figure appaiono in parte deformate.
Altre opere di Piero sono il Ritratto di Galeazzo Maria Sforza e la Pala del cardinale del Portogallo, realizzata con il fratello.
Nella sala sono esposte anche due piccole tavole di Antonio del Pollaiolo, che rappresentano due delle dodici fatiche di Ercole: Ercole e l’Idra e Ercole e Anteo. Nonostante le piccole dimensioni, le due opere sono ricche di dettagli e la resa anatomica è, secondo gli storici dell’arte, straordinaria.
I fratelli Pollaiolo occupano un ruolo importante nel Rinascimento italiano e nella storia dell’arte, soprattutto per la dedizione allo studio dell’anatomia e la cura dei dettagli.